Parlare dell'invenzione della radio non è impresa facile; la radio come mezzo di comunicazione di massa nasce dopo una serie di esperimenti già a fine 800 che resero possibile la trasmissione di messaggi tramite le onde elettromagnetiche.
Guglielmo Marconi nel 1895, a soli ventun'anni, riuscì a trasmettere un segnale mediante il codice morse a circa due chilometri di distanza dalla villa di famiglia di Pontecchio; negli anni continuò a perfezionare la sua incredibile invenzione, ribattezzata "telegrafo senza fili" ; il 12 dicembre 1901 lo scienziato italiano riuscì a trasmettere il primo segnale radiotelegrafico transoceanico, da Poldhu in Cornovaglia a St. John's in Canada.
Mentre Oltreoceano la radio conobbe una più rapida e semplice diffusione, in Italia incontrò maggiori difficoltà ad imporsi. Il radiotelegrafo era stato impiegato in operazioni militari e una legge del 1910 ne proibiva l'uso ai civili. Si deve al ministro delle poste Costanzo Ciano che, intuendo l'enorme potenzialità della radio, favorì con diversi provvedimenti legislativi, la nascita della prima emittente italiana, l'URI (Unione Radiofonica Italiana, poi EIAR, infine RAI) che esordì in una sala in Via Maria Cristina a Roma, ove la sera del 6 ottobre 1924 Ines Viviani Donarelli fece il primo annuncio radiofonico della storia.
Alle 21, queste furono le sue parole, le prime parole ascoltate in radio: "«Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d'onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo.»
Seguì l'esecuzione di un quartetto d'archi: Opera 7 ; fu poi trasmessa della musica scelta e infine, la prima trasmissione si concluse con il bollettino meteo, le notizie di borsa ed infine le notizie lette dalla stessa Donarelli componente del quartetto d'archi, annunciatrice improvvisata. La prima trasmissione radio durò soltanto un'ora e mezza. Alle 22.30 le trasmissioni venivano sospese per "far riposare le esauste valvole"
Un decreto regio del 1925 stabilì il monopolio assoluto dello Stato e le preesistenti imprese furono incorporate nell'URI. Nel gennaio 1925 nasce una rivista radio, il Radiorario settimanale ufficiale dell'URI che pubblica i programmi con l'intento di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Il 27 novembre, l'URI iniziava le sue comunicazioni regolari giornaliere. Tuttavia l'alto costo degli apparecchi ne limitava l'uso alle famiglie più abbienti.
Nel 1926 entrarono in funzione le due nuove stazioni di Napoli e Milano e, a quasi un anno dalla prima trasmissione, si contavano in tutto il territorio nazionale, 26.855 utenti.
Nel 1930 la costruzione del nuovo impianto di trasmissione di Roma-Santa Palomba portò un netto miglioramento alla ricezione del segnale radio migliorato anche dopo l'inaugurazione delle stazioni di Bolzano, Genova e Torino.
Nel gennaio 1928 l'URI divenne EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche e conosce una grande diffusione popolare; la gente non potendo permettersi una radio nella propria casa si recava ad ascoltarla nei locali pubblici o a casa di amici e parenti; qualche anno dopo la politica fascista favorì la diffusione di apparecchi di regime e con la Radio rurale nel 1933 la radio venne diffusa in tutte le scuole d'Italia Nel 1934 si contavano ben 900.000 abbonati
Nel 1935, in occasione dell' invasione dell'Etiopia da parte del nostro paese si diffuse il genere della radiocronaca, ovvero della cronaca in diretta dai luoghi di battaglia . Nel 1938 il numero degli abbonati raggiunge il milione di ascoltatori.
Da quel momento in poi, in un continuo crescendo di abbonati, complice anche una riduzione dei costi degli apparecchi, prodotto in serie a livello industriale, favorirono una sempre più capillare diffusione di questo magico elettrodomestico, che nonostante l'avvento della televisione negli anni 50, ha sempre mantenuto inalterato nel tempo il suo fascino, sino ai giorni nostri
(nella foto una rara immagine di Ines Viviani Donarelli, prima annunciatrice radio)